Dalla pubblicità arriva ben il 90% delle entrate di Google: è proprio perché si tiene in piedi sull’advertising che la società di Mountain View ha deciso di dar vita a un team di 1000 dipendenti con lo scopo di eliminare le pubblicità inappropriate dai suoi circuiti: questo staff nell’anno appena passato ha rimosso 780 milioni di inserzioni, un numero superiore quasi del 50% rispetto ai 524 milioni del 2014.
In un post sul Google Blog la società afferma che, quando le pubblicità sono buone, esse permettono allo stesso tempo di far conoscere un prodotto e di tenere in piedi piattaforme gratuite soltanto grazie ad esse, mentre quando contengono malware, sono ingannevoli oppure invadenti il meccanismo diventa controproducente, rovinando l’esperienza online dell’utente.
Annunci dannosi e scorretti, come ad esempio quelli che pubblicizzano prodotti che promettono di accelerare la perdita del peso, cercano di sviare l’utente, e a volte riescono a portare avanti raggiri, il più comune dei quali è senza dubbio il phishing.
Tra le pubblicità bloccate da Google ci sono annunci di prodotti contraffatti, medicinali non approvati per l’uso, le precedentemente menzionate “truffe della perdita del peso”, annunci che portavano all’installazione di software potenzialmente indesiderato, e (sì, esistono ancora), i cosiddetti “trick-to-click”, ovvero banner che simulano finestre di allerta al di fuori del browser.
Nell’ambito mobile, come molti si saranno resi conto, è ancora più facile incappare in pubblicità eccessivamente invasive. Secondo quanto dichiarato, Google sta lavorando per ridurre il rischio di tappare erroneamente su pubblicità in posizioni scomode. Nelle applicazioni sul Play Store, gli annunci pubblicitari sono stati disabilitati nella maggior parte delle applicazioni in cui, essendo ad esempio troppo vicini a dei pulsanti, tendevano a ingannare l’utente affinché vi tappasse.
Google ricorda infine agli utenti che sono a disposizione gli strumenti “Mute This Ad” e “Ads Setting“, che permettono di rendere meno fastidiosa possibile l’esperienza utente per ciò che concerne il circuito pubblicitario dell’azienda. I piani per il 2016 sono chiari e al loro fulcro c’è proprio l’utenza finale: è infatti intenzione di Big G aumentare la collaborazione con i visitatori per rendere la pubblicità in rete sempre più utile e sempre meno dannosa.