Il Pianeta ci sta chiedendo un cambio di passo urgente. Questo a seguito degli eventi climatici che stanno iniziando a deteriorare la Terra, tra temperature record, siccità e molto altro. Da qui la necessità di improntare uno stile di vita diverso, Zero Waste, soprattutto grazie all’aiuto dell’innovazione tecnologica. Due fattori, questi ultimi, che influiscono sulla costruzione di città sempre più sostenibili e intelligenti. Oggi, dunque, scopriremo in che cosa consiste l’approccio zero waste e quale sia il suo ruolo nel processo di costruzione di città smart. In particolare, lo faremo con alcuni consigli e linee guida su come metterlo in pratica e con un focus sugli ultimi progressi tecnologici in materia.
Zero Waste: facciamo chiarezza
Se si traduce il termine “Waste”, dato che “Zero” ha il medesimo significato di quello italiano, la frase significa letteralmente “Zero Spazzatura”. Quindi si tratta di una filosofia che mette al centro del nostro moderno stile di vita la riduzione, quasi a zero per l’appunto, della produzione dei rifiuti. Un concetto chiave per poter provare a salvaguardare l’ambiente. In questo modo si punta ad eliminare, o almeno ridurre in modo considerevole, la grande quantità di immondizia e scarti da smaltire tramite pratiche individuali ben ponderate, affiancate da strategie economico-sociali studiate a tavolino. Che l’emergenza sia attuale lo si nota dagli ultimi dati relativi solo al nostro Paese: si parla di quasi 490 chilogrammi di rifiuti prodotti da ogni italiano annualmente. Ma proprio grazie all’avvio di politiche come quella Zero Waste, le cifre stanno calando di anno in anno già a partire dal 2020. Insomma, meno spazzatura possibile, ma non solo.
Perché altro punto cardine di questa filosofia è quello di ottimizzare il riutilizzo dei rifiuti, i quali possono essere considerati materie secondarie da utilizzare, ad esempio, per la produzione di energia. Piccola curiosità: il progetto Zero Waste è nato proprio in Italia, dato che l’idea del professore universitario americano Paul Connett si è sviluppata in Toscana, precisamente a Pietrasanta, vicino Lucca. Ovviamente abbracciare questa filosofia è fondamentale per il bene del Pianeta, dato che riduce di grandi percentuali l’immissione di sostanze dannose per l’ambiente, che impatterebbero altresì sulla qualità dell’aria, del terreno e delle falde acquifere.
Inoltre, quella della Zero Waste potrebbe essere un’opportunità enorme per la nascita di nuove città, o di nuovi quartieri dentro città già esistenti, che si caratterizzerebbero per il loro essere sostenibili e particolarmente smart, con l’aiuto di tecnologie installate per strada o nella raccolta porta a porta e che ridurrebbero inquinamento e quantità di rifiuti in tutto il Paese. Per capire meglio cosa si intende per città sostenibili e smart, di cui l’azzeramento dei rifiuti è uno dei principali obiettivi ma non l’unico, è possibile fare riferimento, ad esempio, ad una guida sulle smart city realizzata da VIVI energia. Non è un caso che l’Italia sia il Paese dell’UE con il maggior numero di comuni a Rifiuti Zero: 325 a fine 2021, un numero destinato a crescere vertiginosamente, si spera, nei prossimi anni.
Zero Waste: come applicarlo e quali tecnologie saranno utili
Per poter portare avanti la filosofia di vita Zero Waste non sarà richiesto uno sforzo straordinariamente ampio o un cambio repentino delle proprie abitudini quotidiane. Anzi, si tratta di mettere in pratica alcuni consigli piuttosto semplici, a partire dal bandire l’utilizzo di prodotti “usa e getta”, come le stoviglie di plastica e monouso, le quali possono essere riutilizzate invece che gettate sporche al primo utilizzo. In questa categoria rientrano anche i sacchetti gelo, da sostituire con contenitori rigidi, altrettanto funzionali nel freezer di casa.
Anche la corretta raccolta differenziata aiuta a diminuire il numero di rifiuti prodotti quotidianamente da ognuno di noi, concedendo loro una seconda chance attraverso il riciclo di buona parte di essi. Quando si ha sete, è bene preferire caraffe, brocche e borracce al posto di bottiglie di plastica (PET), che per essere riciclate richiedono un maggiore sforzo energetico, oltre ad essere gravemente dannose per l’ambiente quando gettate senza senno. Andare a fare la spesa significa poter scegliere, laddove possibile, prodotti sfusi invece che confezionati, portandosi sempre dietro la propria borsa riutilizzabile, evitando così l’uso di quelle in plastica. Ci sarebbero molti altri consigli da dare, come il preferire il fai da te o il riparare i prodotti quando possibile invece che buttarli, ma l’ultimo su cui è importante mettere l’accento è il fare meno acquisti, magari mirati, e possibilmente vicino casa: una filiera di azioni che consentirà di usare meno imballaggi e produrre meno spazzatura da gettare.
A tutto questo va aggiunto il progresso tecnologico, che è sempre più protagonista della rivoluzione green del Pianeta. Uno dei risultati più recenti è stato quello dell’installazione di evoluti compattatori destinati alla raccolta differenziata in alcune delle principali stazioni ferroviarie italiane: Tiburtina, Termini (a Roma) e Stazione Centrale (Napoli). Si tratta di dispositivi, circa 150 in totale nei prossimi anni, dedicati al recupero di materiali quali tetrapak, alluminio e plastica. Tali riciclatori hanno la capacità di ridurre il volume della spazzatura fino a quasi il 90%, il che facilita e non poco lo stoccaggio, la movimentazione e il riciclo degli stessi. Inoltre, i partecipanti avranno la possibilità di ricevere degli indennizzi nel momento in cui provvederanno al corretto smaltimento di questo genere di rifiuti. Le smart city stanno iniziando a sorgere.