Lo scorso maggio un Tesla Model S, l’ultimo modello di berlina della avanguardistica casa americana, era rimasta coinvolta in un incidente che era costato la vita al guidatore: l’auto stava procedendo in modalità Autopilot (una modalità che permette al’auto di eseguire alcune manovre in completa autonomia, non una vera e propria guida automatica) quando si è scontrata contro il rimorchio di un camion che le ha tagliato la strada perpendicolarmente; questo era particolarmente alto, e ha sfondato il parabrezza dell’auto uccidendo il guidatore, senza che l’algoritmo potesse far nulla per evitare la collisione.
Al tragico fatto erano seguite delle indagini da parte della NHTSA, che si sono finalmente concluse: secondo l’agenzia governativa la responsabilità dell’incidente non è da attribuirsi al sistema di guida Tesla, bensì al guidatore. Egli ha avuto ben sette secondi di campo visivo sull’autotreno per evitare la collisione, ma a causa della distrazione provocata dalla visione di un film di Harry Potter (testimonianza del camionista), non è riuscito ad intervenire e a salvarsi la vita.
Le indagini hanno appurato che in situazioni di attenzione normali, sia i sistemi dell’auto sia il pilota sono in grado di intervenire in meno di tre secondi: la negligenza è quindi da attribuirsi alla vittima, che ha ignorato il consiglio enunciato ogni volta che si inserisce l’Autopilot, cioè di mantenere le mani sul volante e di essere pronto a intervenire in qualsiasi momento. Il documento dell’agenzia si conclude quindi eliminando ogni sospetto di responsabilità sul sistema Tesla, che ha emesso un comunicato in cui si dichiara soddisfatta del verdetto.