Uno studio è stato condotto su milioni di SSD nel corso di 6 anni, e completamente racchiuso in un documento redatto dalla professoressa Bianca Schroeder dell’università di Toronto, insieme a Raghav Lagisetty e Arif Merchant di Google, questo studio svela dettagli molto interessanti su queste unità a stato solido che si stanno imponendo sempre di più nel mercato consumer e in quello dei datacenter. Lo studio ha analizzato ben 10 modelli diversi di SSD, prendendo in esame tre tecnologie di memoria (MLC, eMLC ed SLC) e occupandosi allo stesso modo sia di soluzioni enterprise che consumer.
Secondo quello che è stato riportato da Robin Harris qui su Zdnet ci sono alcune conclusioni molto importanti che si possono trarre dall’analisi: la prima è che gli SSD di fascia alta dotati di memoria SLC non sono più affidabili di una proposta MLC. Questo rispetta, se vogliamo, la situazione nell’ambito hard disk, con le soluzioni SATA che sono state giudicate affidabili quasi quanto i modelli SAS e Fibre Channel.
Gli SSD enterprise sono ovviamente più cari a causa del maggior over-provisioning, ossia hanno più spazio allocato come riserva, in caso sia necessario rimpiazzare dei blocchi non più funzionanti a causa dell’usura, e allo stesso tempo servono anche per assicurare che la garbage collection non causi rallentamenti del sistema.
La seconda conclusione che possiamo trarre è che è l’età di un SSD, e non l’uso, a influenzarne l’affidabilità. Ciò significa che non è necessario effettuare l’over-provisioning per paura dell’usura. Nessuno degli SSD, infatti, si è avvicinato ai propri limiti, nonostante siano indicate 3000 scritture per i dischi MLC.
Il terzo punto importante è che tra il 30 e l’80 % dei dischi ha sviluppato un blocco malfunzionante (bad block) e tra il 2 e il 7 % ha mostrato almeno un chip inutilizzabile nei primi 4 anni dall’installazione.
Altre notizie importanti consigliano di ignorare il dato Uncorrectable Bit Error Rate (UBER) nelle specifiche, in quanto si è rivelato insignificante. La buona notizia, invece è che il Raw Bit Error Rate (RBER) cresce più lentamente con l’usura di quanto ci si aspettasse, e non è legato ad altri problemi.
La cattiva notizia è però che malgrado gli SSD incontrino problemi con meno frequenza rispetto agli hard disk, il tasso UBER è più elevato. Ciò vuol dire che se si ha un SSD è importantissimo avere sempre un Backup, più importante di quanto non lo sia averlo con un tradizionale hard disk. Ciò perchè, sì l’SSD ha meno probabilità di fallire durante la sua normale vita, ma è anche vero che ha più probabilità di perdere datu.