Qualcomm. società statunitense che opera nel settore delle telecomunicazioni senza fili, potrebbe ricevere il supporto di Google con lo scopo di riuscire ad entrare nel mercato dei chip per server. A scrivere ciò è stato il sito economico Bloomberg, qui l’articolo. L’azienda statunitense, infatti, ha già realizzato un chip ARM a 64 bit dotato di addirittura 24 core e ha già stretto degli accordi con autorità cinesi per mettere piede in un settore dominato quasi esclusivamente da Intel.
Come sappiamo, negli ultimi anni l’evoluzione dei chip ARM, che sono usati nella stragrande maggioranza di tutti gli smartphone e tablet, è stata decisamente notevole. Sono cresciuti a gran ritmo il numero di core, le frequenze e la potenza, tuttavia mantenendo sempre dei consumi abbastanza contenuti. Ed è proprio per questo che i chip ARM stanno diventando dei prodotti che sono in grado di fronteggiare le soluzioni x86 più note di Intel ed AMD.
Anche se questi chip hanno ancora un’evoluzione da compiere prima di potersi candidare ad essere degni avversari delle classiche proposte x86, in alcuni ambiti del settore server, e in parte anche quello dei PC tradizionali (basti pensare ai Chromebook) il grado di maturità ed evoluzione è già abbastanza buono da poter aver interessato qualche azienda.
Google è ovviamente tra i principali acquirenti di processori al mondo per i suoi server (si stimano 300 mila chip a trimestre) e l’arrivo di queste soluzioni ARM sempre più potenti sulla scena, non può che interessarla per diverse motivazioni: da un lato il rapporto fra consumi e prestazioni, che è nettamente migliore rispetto ai processori tradizionali con alcuni carichi di lavoro; dall’altro lato la possibilità di creare altra concorrenza nel settore, per provocare un ribasso dei prezzi, cosa che non può essere che gradita ad un’azienda che compra un elevato numero di prodotti.
C’è anche un’altra motivazione, e cioè Google potrebbe ad un certo punto, iniziale a progettarsi autonomamente i chip di cui necessita per i propri scopi. Per esempio, Apple lo fa da tempo in ambito smartphone/tablet e si ritiene che quindi anche Big G sia interessata.
“Le due hanno già cooperato nella progettazione e google si impegnerà ad usare i chip se rispetteranno gli obiettibi prestazionali“, dice una fonte anonima al sito. L’uso di questi processori da parte di Google potrebbe creare un interesse molto alto per le soluzioni server di Qualcomm, che è impegnata ad ampliare il proprio business per crescere ulteriormente, cosa che è sempre più difficile avendo solo ordini di chip per mobile.
Come ci dimostra la recente trimestrale di Intel, il settore dei datacenter è in forte crescita e assicura dei margini elevati, tanto che Intel ha fatto fronte molto brillantemente alla contrazione delle vendite di computer. L’arrivo di Qualcomm in scena, con l’ok di Google, potrebbe quindi creare diversi problemi all’azienda di Santa Clara.