Da diversi mesi il termine è diventato di uso comune, è stato indagato in lungo e largo da giornalisti e osservatori, affascina e allo stesso tempo preoccupa un po’: il concetto di Metaverso è sulla bocca di tutti e rappresenta un nucleo di novità sostanziali che influiranno il modo in cui ci muoviamo nel Web tramite Internet.
Il termine ha una lunga storia. Fa parte infatti della cultura Cyberpunk: è lo scrittore Neal Stephenson, uno dei rappresentanti del genere, a utilizzare il termine nel libro Snow Crash: il Metaverso, guarda caso, è una sorta di Realtà Virtuale ambientata su Internet, in cui ci si sposta tramite il proprio avatar.
In questo momento storico, il Metaverso rappresenta la naturale evoluzione (o rivoluzione) del Web 4.0, in cui assumono sempre più importanza big data, Realtà Aumentata e Intelligenza Artificiale. L’esperienza di navigazione diventa sempre più immersiva, grazie all’uso della Realtà Virtuale e di strumenti come i visori 3D: ci si può spostare liberamente, vivere esperienze tridimensionali, divertirsi, lavorare e studiare.
Al Metaverso si accede tramite i device in uso più comuni: PC, smartphone, tablet. A questi, vanno aggiunti i visori e gli altri dispositivi per la – chiamiamola ancora così – Realtà Virtuale.
In questo contesto, si inseriscono i videogiochi o, più in generale, il multiforme universo del gaming. Intanto, qualche numero a inquadrare la situazione attuale: per la Generazione Z, sono la prima scelta in fatto di intrattenimento. Ma è l’intero settore a vantare numeri da capogiro: nel 2020 il giro d’affari del gaming ha toccato i 175 miliardi di dollari e, secondo alcune stime, arriverà ai 250 miliardi di dollari entro il 2025.
Dunque, il gaming cresce a dismisura e potrebbe essere la chiave per le dinamiche di funzionamento e fruizione del Metaverso. In un certo senso, gli open world stile Fortnite, in cui si è liberi di vagare col proprio avatar, aumentare le proprie abilità, acquistare o acquisire gadget e strumenti rappresenta il modo in cui ci si muoverà nel futuro Metaverso. A questo si aggiunge la possibilità di entrare nel gioco da qualsiasi device e di acquisti in-game in modo relativamente semplice.
D’altro canto, i videogiochi di ultima e ultimissima generazione rappresentano la simulazione di ambienti reali, in cui l’interattività è elevata e il realismo permette di vivere emozioni ben più intense rispetto ai giochi di 20 o 30 anni fa.
A dirla tutta, è già da almeno gli anni ‘90 che gli sviluppatori coltivano il sogno di rendere l’esperienza di gioco il più immersiva ed emozionante possibile, dai tempi dei primi esperimenti con 3D, Realtà Virtuale e giochi in prima persona. Tuttavia, i limiti tecnologici non permettevano di fare ciò che oggi appare alla portata, vedi il PlayStation VR2, che sarà disponibile per PS5.
Il Metaverso, a sua volta, dovrà far propri i meccanismi del gameplay dei videogiochi. Dinamiche e meccaniche di gioco saranno utili per rendere efficace, divertente e coinvolgente la presenza “virtuale” nell’ambiente, il terreno di sviluppo ideale per creare ambientazioni e personaggi, farli evolvere e studiarne le potenzialità per creare programmi e software via via sempre più raffinati.
Da questo punto di vista, il modello potrebbe essere rappresentato dai giochi open world, anche se esisterà una differenza notevole tra open world e Metaverso: i primi si svolgono in un ambiente vasto ma definito, in cui il nostro avatar ha ragione di esistere in funzione delle regole del gioco; nel secondo caso, l’avatar sarà libero di circolare tra i vari luoghi ospitati nel Metaverso e compiere azioni differenti, finalizzate a scopi differenti.
I videogiochi, a loro volta, sfrutteranno le peculiarità del Metaverso per creare esperienze ancora più realistiche, concrete, immersive, che sfruttino adeguatamente non solo la vista, ma tutti i sensi grazie a device evoluti come guanti e pelli artificiali, esperimenti che hanno decenni di tentativi alle spalle (ma con limiti tecnici oggi inesistenti o facilmente superabili).
I nuovi videogiochi dunque, saranno più emozionanti, ma permetteranno pure di creare guadagni: già esistono i primi esperimenti come Decentreland, che utilizzano i token per le compravendite, e The Sandbox, che permette di creare NTF o di accumulare la moneta “locale”, i gettoni Sand, e i token Land per espandere la propria area o creare attività “commerciali”.
Il Metaverso cambierà anche il settore del poker online: operatori come PokerStars.it sono atterrati sul web proponendo poker a pagamento, con competizioni di alto livello con professionisti da tutto il mondo, e gratis per tutti gli appassionati e per chi vuole imparare a giocare, mettendo allo stesso tempo a disposizione la scelta tra numerose varianti (Texas Hold’em, Caribbean Hold’em, Canadian Stud, etc.). Ben presto sarà possibile sedersi ai tavoli con visori e sensori, come se si fosse fisicamente lì, e rendere ancor più realistica l’esperienza.
Insomma, tra Metaverso e gaming ci sarà un rapporto di mutuo scambio: da un lato, il Metaverso accoglierà le meccaniche di gameplay dei videogiochi per migliorare la user experience, dall’altro i videogiochi sfrutteranno le potenzialità del Metaverso per esperienze di gioco avvincenti e realistiche come mai viste prima.