La prima Playstation ha segnato l’inizio di un’era per il panorama videoludico, è stata infatti la prima console ad avere come punto di forza giochi dalla grafica tridimensionale ed è la linea assoluta che divide ciò che erano i videogames negli anni ’80 e quelli che sono oggi. Il parco titoli era vastissimo e molto vario, chiunque avrebbe facilmente potuto trovare un gioco adatto ai propri gusti. C’è sempre stata però una saga che forse ha ricevuto meno meriti di quanti gliene fossero dovuti, ovvero la saga di Spyro.
Spyro è un platform in 3D dall’impostazione molto simile a quella adottata da Super Mario 64, ma con elementi che rendevano la giocabilità molto più fluida e coinvolgente. Il protagonista è un draghetto di nome Spyro che vive all’interno del regno dei draghi, sempre pronto a battersi per il bene dei suoi simili o per gli innocenti in generale. Come spesso accade oltre agli acerrimi nemici anche Spyro ha dalla sua parte una serie di personaggi che, ognuno a modo suo, gli daranno una mano per portare a compimento le sue imprese. Il suo più importante alleato è la libellula Sparx, il cui colore servirà da indicatore del nostro status di salute, ricaricabile facendogli mangiare farfalle, ottenibili perlopiù facendo fuori animaletti come pecore o altri ancora. Il capitolo sul quale ci concentreremo oggi è Spyro 2, conosciuto in europa con il sottotitolo “Gateway to Glimmer”, che è stato quello che, personalmente, ho più apprezzato della prima Playstation e che quindi mi sento più di consigliare, senza nulla togliere ovviamente a tutti gli altri.
In Spyro 2 dovremo attraversare diversi mondi tramite dei portali e riportare l’ordine in ognuno di essi sconfiggendo i nemici di ogni area. Ognuno di questi livelli è molto ben strutturato e sono tutti molto ben diversificati l’uno dall’altro. Per avere la meglio sui nemici avremo a disposizione due tipi di attacco, caricare a testa bassa e tirare testate ai nemici oppure sputare fiammate dalla bocca, mentre per muoverci avremo l’abilità della planata, utile in molte situazioni. Interessante, per quanto riguarda le abilità offensive, il fatto che alcuni nemici possono essere sconfitti soltanto usando un attacco in particolare, quindi o fiammata o testata. Alcune zone però saranno completabili solo dopo aver sbloccato alcune abilità aggiuntive, come ad esempio l’imparare a nuotare sott’acqua oppure la planata stessa. Parte di queste abilità le sbloccheremo investendo le gemme che andremo a raccogliere dandole ai Ricconi sparsi in giro per i mondi di gioco, altre invece ce le insegneranno alcuni dei nostri amici. Le gemme serviranno anche per sbloccare livelli aggiuntivi, sarà quindi fondamentale raccoglierne il più possibile per completare il gioco al 100%.
La trama non è nulla di che, ma negli anni ’90 spesso il fulcro era il gameplay e si lavorava quasi solo a quello il più delle volte durante lo sviluppo di un gioco. In poche parole dovremo sconfiggere il mago Ripto e impedirgli di compiere azioni malvagie, sconfiggendo lui e i suoi scagnozzi Gulp e Crush. Come fare? Completando gli stage, come buona tradizione vuole.
In definitiva è un gioco assolutamente da recuperare, uno dei migliori platform 3D degli anni ’90 e uno dei migliori titoli per la prima Playstation. Appuntamento alla prossima settimana e come al solito segnalateci nei commenti tutti quei giochi che secondo voi meritano di essere recuperati.
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