Misi le mani su NFS: Most Wanted per la prima volta intorno all’età di nove-dieci anni, quando non avevo ancora una consolle o un computer con cui giocare e quindi, durante le vacanze estive passate dai miei nonni, andavo spesso da mio cugino a giocare. Tra i molti giochi con cui passo il tempo, ce n’è uno che mi appassiona particolarmente (oltre il mitico Colin McRae Rally, di cui parlerò nelle prossime puntate) a causa della sua caratteristica di non essere solamente un gioco di guida, ma di essere openworld e con possibilità di personalizzazione delle auto: si tratta del dodicesimo episodio di una delle serie più longeve della storia videoludica, Need For Speed Most Wanted.
Piccolo riassunto della trama: il protagonista arriva nella città di Rockport con l’intenzione di sfidare i migliori rider della città e farsi un nome nel mondo delle corse clandestine. Dopo le prime tre gare, semplici e con la funzione di far prendere al giocatore dimestichezza con i comandi, scatta la gara con il primo membro della Blacklist, la lista dei 15 migliori piloti della città. Il quindicesimo è Razor, e la formula della gara prevede che il perdente dovrà consegnare all’avversario la propria auto: Razor manomette la nostra BMW M3 GTR prima della gara, e si aggiudica così vittoria e auto. Oltre al danno, la beffa: il giocatore viene arrestato dal sergente Cross, che aveva inseguito i due sfidanti durante la gara. Usciti di prigione, dovremo quindi ripartire da zero per arrivare fino all’odiato rivale, diventato nel frattempo il numero 1 della Blacklist. Per affrontare un membro di questa lista dovremo vincere un determinato numero di gare, soddisfare delle “pietre miliari” (passare a una certa velocità ad un autovelox, ottenere una certa taglia in un unico inseguimento…) e avere una determinata taglia sulla nostra testa. Man mano che si avanza nella Blacklist, le auto e gli avversari si fanno sempre più tosti, la taglia richiesta per sfidare gli avversari aumenta e di conseguenza gli inseguimenti con la polizia diventano sempre più rischiosi. Unico appunto, la formula può risultare monotona dopo un po’.
La personalizzazione dell’auto è meno estesa rispetto a NFS Underground 2, anche se i quattro negozi di special parts presenti nel precedente capitolo sono stati unificati in un unico negozio che fa da carrozziere e officina per semplificare il tutto.
Il gameplay non è nulla di particolarmente simulativo, anzi molto arcade: le auto subiscono solo danni estetici (tra l’altro disattivabili) e la guida è abbastanza semplice, il freno si usa di rado, solo nelle curve più strette. Le gare si snodano logicamente per la città, e prevedono incidenti con le autovetture dei poveri cittadini e intrusioni di volanti delle forze dell’ordine, quindi possono sempre esserci sorprese e imprevisti a rovinare la vostra gara o quella degli avversari. Il parco auto non è particolarmente ampio ma comprende 32 veicoli, dalla Fiat Grande Punto alle supercar più estreme come la Mercedes-McLaren SLR e la Porsche Carrera GT, ampiamente personalizzabili sia dal punto di vista estetico che prestazionale.
“NFS Most Wanted è un gioco di corse ben equilibrato, stimolante ed essenziale”
IGN 8,5/10
Perchè inserisco questo gioco nella mia Selezione? Le gare sono divertenti proprio per il fatto dell’imprevedibilità dei fattori esterni, la personalizzaione delle auto è elevata quanto basta, e soprattutto gli inseguimenti sono la parte più difficile del gioco: una volta arrivati al quarto livello di priorità, le cose si fanno davvero dure, con volanti veloci, suv imponenti che cercheranno a qualsiasi costo la collisione col solo scopo di bloccarvi, blocchi stradali con strisce chiodate ed elicotteri. Il quinto livello è solo per esperti, con la presenza di Corvette della polizia in numero esagerato che non vi daranno tregua. In sostanza è un titolo che vale la pena giocare, quindi vedete di farlo (se vi state chiedendo se è una minaccia, sì, è una minaccia). A breve uscirà il nuovo NFS, che promette un ritorno ai fasti di Most Wanted e Underground 2 con inseguimenti e tamarrizzazione delle auto. EA, non deluderci.