Caso privacy Apple, il Senato all’attacco
Apple e privacy sono due parole che non vanno esattamente a braccetto: come molti di voi ricorderanno, si è spesso vociferato di uso improprio dei dati raccolti dagli iPhone e la presenza di backdoor in iOS è stata quasi appurata. Questa volta la storia è differente, in quanto lâFBI ha chiesto al colosso di Cupertino di creare una backdoor in grado di superare il codice di sblocco dellâiPhone 5C dellâattentatore di San Bernardino (strage avvenuta il 2 dicembre 2015 in cui hanno perso la vita sedici persone, compresi i due coniugi killer), ricevendo un secco rifiuto.
Il giudice ha richiesto in particolare di prevenire la cancellazione dei dati su hard disk dopo dieci tentativi falliti, eliminare il blocco dellâinserimento del codice dopo n tentativi per diverso tempo e la possibilitĂ per i cracker dellâFBI di inserire il codice da un dispositivo esterno che non sia il touchscren del cellulare. Questâultima richiesta permetterebbe un attacco brute force che però potrebbe richiedere molto tempo e compromettere i dati.
Il rifiuto di Apple a fornire una back door ha provocato la reazione della Commissione Intelligence del Senato, che starebbe lavorando ad una proposta di legge per rendere reato federale il comportamento dellâazienda californiana, sotto la persona del Senatore Richard Burr, repubblicano. La bozza non è ancora stata terminata, e secondo il Wall Street Journal sarĂ difficile un appoggio dei democratici alla proposta, data anche la posizione dellâopinione pubblica dopo lo scandalo Datagate di poco tempo fa, che non digerirebbe unâaltro attacco alla privacy dei cittadini.

A far da mediatore tra le parti è intervenuto McAfee, eccentrico imprenditore creatore dellâomonimo antivirus, che si è proposto di sbloccare gratuitamente lâiPhone dellâattentatore, in modo che Apple non debba inserire una backdoor ed evitare che essa possa venire poi riprodotta su altri dispositivi. La mossa di McAfee sembra pura pubblicitĂ , visto che ciò che farebbero i suoi cracker sono in grado di farlo (probabilmente meglio) anche quelli dellâFBI, ovvero un attacco brute force, lâunico modo per oltrepassare il complicatissimo sistema di sicurezza di iOS.
Comunque Apple dovrĂ presentarsi in tribunale il 22 marzo, dove dovrĂ rispondere del rifiuto allâimposizione governativa che sa molto di Patriot Act, elemento che potrebbe far pendere la bilancia dalla parte dellâazienda della mela.