Questa settimana ricorre il ventennale dalla commercializzazione di un’importante console nella storia videoludica: il 23 giugno 1996 arrivava nei negozi giapponesi il Nintendo 64. Successore del Super NES, fu la prima console a 64 bit ad essere prodotta dall’azienda di Kyoto.
Il Nintendo 64 spegne venti candeline sulla torta
Per prima introdusse nel suo controller—oltre ad una maniglia centrale dalla dubbia utilità—uno stick analogico, rinnovamento fondamentale in un’industria che sempre di più si stava spingendo verso la grafica 3D. E fu proprio la grafica 3D il suo punto di forza: una sufficiente potenza di calcolo permise infatti la trasposizione in uno scenario tridimensionale della serie di punta di Nintendo: Super Mario 64 fu una rivoluzione per la saga e un enorme successo commerciale.
Tra i tanti cambiamenti che vennero introdotti spicca la possibilità di giocare in modalità multiplayer fino a quattro giocatori sullo stesso sistema e quella di connettere il proprio Game Boy, famosa per essere stata utilizzata con Pokémon Stadium e Pokémon Oro e Argento, per trasferire dati tra le due console. Una console così innovativa presentava però un elemento quasi superato com’era l’utilizzo delle cartucce come dispositivo di memorizzazione dei giochi, in un momento in cui la stragrande maggioranza della concorrenza aveva deciso di ricorrere ai supporti ottici.
Ricordiamo come titoli “storici” della console giochi come Mario Kart 64, The Legend of Zelda: Majora’s Mask, Paper Mario e Golden Eye 007, oltre, naturalmente, ai prima citati Super Mario 64 e Pokémon Stadium.