L’avventura della prima edizione di Global Game Jam Trieste 2016 è nel pieno dei giochi! I lavori sono decisamente cominciati e i giochi cominciano a nascere.
E’ stato un piacere vedere tutti questi ragazzi, entusiasti, alle prese con i più svariati sistemi di produzione e, per quanto ad alcuni possa far strano, con carta e penna (ebbene sì, per fare un videogiochi si usa ancora un po di analogico).
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3 gruppi, 1 rituale.
3 “gruppi” di Jammer, molte idee, poco tempo.
Il tema annunciato ieri pomeriggio alle 17 era “Ritual”, rituale in inglese. Da questo tema i tre gruppi hanno messo in piedi delle idee veramente curiose, sia per quanto riguarda le trame che il game system stesso.
Il primo gruppo Jam a cui ho rubato un po di tempo era al lavoro con la tecnologia HTC Vive. Parte di questo gruppo abbiamo già avuto modo di conoscerlo: è la StormBorn Studio, ospiti presso il nostro stand alla fiera “Fumetti Per Gioco 2016”. L’idea di questo gruppo parte dalla creazione di un gioco.
Un giovane developer vuole creare un videogioco ma ha qualche “problema” che non riesce a risolvere da solo. Che soluzione adottare? Beh, evocare un developer senior…morto! Il gameplay si basa sull’interazione del giovane ragazzo e il spirito (molto brontolone e scorbutico), dove quest’ultimo suggerisce al primo cosa recuperare all’interno del gioco per creare il suo, di gioco. E l’HTC Vive? La VR servirà per “vestire” l’anima del saggio evocato dal ragazzo, mentre un gamer “tradizionale” controlla il ragazzo tramite pc.
Il gioco è basato interamente sull’interazione tra VR e Pc gamer, dove il primo è relegato in una sola zona dell’ambientazione mentre il s econdo può muoversi liberamente.
Il secondo gruppo a subire le mie domande era composto in parte dai ragazzi dell’Eigen Studio e in parte da appassionati vari. Il loro progetto si basa sul concetto di “Ritual” sottoforma di viaggio/passaggio da un punto A ad un punto B. Un viaggio nella tempesta, ricercata citazione della “Tempesta” di Shakespeare (dedicato ai 400 anni di Shakespeare, da festeggiare quest’anno). Il gioco si chiama “Tempesta” (quante volte ho detto tempesta? Ah…) e si concentra su di una nave, controllata da un gamer dotato di Samsung Gear VR, che deve essere difesa da altri 3/4 giocatori, tutti dotati di smartphone.
VR vs Smartphone: un’esperienza multigiocatore che sembra avere un ottimo concept di base, sviluppato su Unreal Engine 4!
Terzo ed ultimo gruppo a subire la mia interruzione èil gruppo decisamente più…”ricercato”.
Punto di partenza per questi ragazzi (tra cui personale dei Cavalieri dell’Esagono, co-organizzatori dell’evento assieme ad Eigen Studio) è stata la ricerca del significato della parola Rituale: passaggio (es. da vita a morte) di iniziazione per una nuova alba, un nuovo inizio. Questo gioco, sviluppato con Unreal Engine 4 in grafica isometrica, pone l’attenzione sulla “Luce”. Luce intesa come alba, risorgere. Questa luce è divisa in tre tipologie:
1) rossa, raggio di attacco;
2) blu, scudo di difesa;
3) verde, per rallentare l’ambiente circostante.
Però c’è un trucco (senza soluzione per ora): la luce è sempre in diminuzione! Scopriremo domani pomeriggio, durante la premiazione e messa online dei giochi, quali soluzioni avranno trovato questi jammer per questa avventura gestionale tribale nelle tre fasi di passato, presente e futuro.